martedì 9 febbraio 2010

disaccordi

quello che manca nei dischi. anche nei ciddì, certo, e gli mp3 e tutto, ma soprattutto i dischi, perché per come sono cresciuta io, quella musica, con quelle orchestre, è a forma di 33 giri e puntina migliore del giradischi, quella che io ero troppo piccola e non potevo usare (che poi adesso a ripensarci mi viene su un sentimento di gratitudine verso i miei genitori, che sono stati disastrosi sotto parecchi punti di vista, ma mi hanno fatta vivere in una casa con migliaia di libri che potevo leggere tutti, non c’erano reparti proibiti, non c’era nessun questo no sei troppo piccola; ma i distinguo li hanno messi sull’uso delle puntine del giradischi. l’età faceva la differenza non sul contatto con l’arte, ma sul mezzo usato per. ecco, magari anche inconsapevolmente, ma in questo sono stati geniali).
comunque, quello che nei concerti c’è e nei dischi, e non capisco come sia possibile, manca, è (e lo so che poi ci sono tutte le altre cose, e l’emozione della presenza, e il vederli suonare e tutto quanto, non dico mica che quello non conti, ma) il momento iniziale, quello in cui accordano. tutti. contemporaneamente. per fatti loro. facendo un casino pazzesco.
io quel momento lì lo amo come amo il silenzio, di un amore totale. e dura sempre troppo poco. e secondo me dovrebbero replicarlo anche a fine concerto. che quando si applaude, si chiede il bis, io vorrei chiedere il bis di quando accordano.
e secondo me un direttore d’orchestra che ne capisce, non si offenderebbe affatto.

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