lunedì 10 giugno 2013

rapidi mutamenti nella psiche di una runner - day 4

il primo giorno che vai a correre ti senti un'idiota. cammini, passeggi, cerchi di darti un tono, aspetti che non ci sia nessuno nel raggio di chilometri, alle persone che tuo malgrado incroci, cerchi di comunicare telepaticamente che, a dispetto di come sei vestita, non stai mica andando a correre. è che quel giorno ti andava di vestirti così. il mondo che ti circonda, ti appare chiaro, è un mondo di persone che camminano, mica corrono. sei un'estranea che pensa di correre in un mondo dove si cammina. guardi tutte quelle persone che camminano e ti sembrano molto più sensate di te. guardi quelli che corrono e ti sembrano alieni. poi ti butti, e corri.
il secondo giorno che vai a correre ti senti a un passo dalla morte. non hai tempo né possibilità di essere imbarazzata, sei completamente concentrata sul fatto che, un altro metro e schioppi.
il terzo giorno che vai a correre, corri e vuoi correre, non fa male, non stai morendo, non te ne frega niente di nessuno, solo di correre.
il quarto giorno che vai a correre, non corri. non corri perché al secondo passo senti che il ginocchio sinistro non regge. non è una questione di fatica, non è una questione di fiato, né di muscoli; di corsa non sai niente, ma di legamenti del ginocchio sì. freni subito. devi camminare, non puoi fare altro che tornartene a casa camminando mestamente. e all'improvviso, il mondo che ti circonda è diverso. il mondo che ti circonda, ti appare chiaro, è un mondo di persone che corrono, mica camminano. sei un'estranea costretta a camminare in un mondo fatto per correre. guardi tutte quelle persone che corrono lungo il tuo percorso, e le invidi. guardi quelli che camminano e non li vedi. torni a casa e hai capito qualcosa di nuovo e di vecchio insieme. devi imparare ad aspettare.

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