lunedì 3 giugno 2013

run baby run

pare che correre faccia bene all'umore. pare che stimoli la produzione di endorfine, o qualcosa del genere. sì, certo, pare faccia bene anche al fisico e faccia dimagrire; ma se si passano le proprie giornate a fumarsi "anche i sacchetti profumabiancheria" (cit. pennuta), a bere tutto ciò che si riesce a contenere senza autoannegarsi, e si è una taglia sottopeso, presumibilmente la reazione più spontanea al "correre fa bene al fisico" non può che essere, "frankly, my dear, i don't give a damn".
comunque, ho passato gli ultimi mesi ad osservare i corridori del quartiere-paese. a parte che non avevano poi l'aria così felice (ma questo potrebbe dipendere dal fatto che il quartiere-paese è sprovvisto di tratti pianeggianti più lunghi di tre metri), sono rimasta affascinata dall'abbigliamento. cioè, sono rimasta affascinata dal mio essere naturalmente sprovvista di qualsiasi cosa potrebbe qualificarmi anche solo lontanamente come loro collega, dalla tuta alle scarpe adatte a più o meno tutto. l'unica cosa che ho in comune con loro è l'ipod. ma io non giro mai con l'ipod; a me piace il suono del mondo. gli auricolari nelle orecchie me li metto a casa, quando il mio personale mondo suona male. ogni tanto stona, capita.
insomma, io nella mia vita, fino a stamattina, non avevo mai corso per correre. avevo corso perché costretta da insegnanti di educazione fisica, o da allenatori di nuoto, o perché poi il prossimo autobus chissà quando passa, o perché per favore signorina mi può aiutare a riprendere il cane.
mi sono vestita in un modo a mio parere comodo ma accettabile. sono uscita. ho raggiunto il posto più simile a una pianura nel raggio di qualche chilometro. mi sono guardata intorno perplessa. ho camminato. ho aspettato che passasse la signora col cane. ho aspettato che passasse il tizio che tanto andava veloce. ho aspettato l'altro signore col cane. ho inspirato. mi sono buttata.
è stato come l'impatto con l'acqua, quando, per un motivo o per l'altro, al mare non ci tornavi da anni. lo sai come si nuota, hai imparato a stare a galla prima che a camminare, e non è un modo di dire. poi hai anche fatto nuoto agonistico. ma sono anni che. e senti la densità dell'acqua e la riconosci, e il corpo va da sé, perché è normale, nuotare. è la cosa più normale del mondo. ed è una delle cose più vicine alla libertà che esistano.
ecco, correre, uguale.

Nessun commento: