domenica 28 settembre 2014

carezza di una mano che semplifica (elegia - p.conte)

non solo paglia non se ne è andato, ma sta in qualche modo - in qualche mondo - esondando. preso atto che io da sola con coldi non me la cavo un granché bene, ci ha pensato lui a fare in aria un incantesimo. non so bene che ne pensi, o che ne abbia pensato, paglia, della passione di certi musicisti per la sordina. io quella per sax non la amo molto. ma paglia prende i musicisti per quelli che sono, e la vita per quello che è. prende anche la morte, per quello che è; qualsiasi cosa sia, qualsiasi cosa ne sappia paglia.
nelle ultime due settimane mi ha accompagnata per ambulatori, studi medici e pure un pronto soccorso. ha trovato alquanto divertente vedere come il mio rapporto da sempre piuttosto conflittuale con il compleanno abbia preso una certa consistenza materiale. l'ultima volta che, da vivo, paglia è entrato in un pronto soccorso, era solo ed era morto, ma di questo non parla più. però andare in giro con lui è, in qualche modo, rassicurante; ed è, in qualche modo, carezza di una mano che semplifica.
per me l'ultimo mese è stato più sereno. ho finito di raccontare una storia nel punto in cui iniziava, mi sono concessa alcune cose, mi sono sentita a volte un po' al sicuro. ho ricominciato ad osservare le persone quando hanno paura. quando stanno male e quando non hanno niente. le persone quando hanno paura, quando stanno male e quando non hanno niente, sono più umane di tutti gli umani. le persone quando hanno paura, quando stanno male e quando non hanno niente, si adattano per sopravvivere, e adattarsi per sopravvivere è la cosa più umana di tutte.